Sintesi :
Una sera del luglio 1971, Anne-Marie Le Goff, insegnante, madre e incinta del sesto figlio, stava percorrendo la strada che da Rennes (Ille-et-Vilaine, Francia), dove viveva con il marito Yves e i loro cinque figli, porta a Plougrescant (Côtes-d'Armor, Francia), dove la coppia aveva una casa per le vacanze. Yves la seguiva con un furgone che trasportava due dei bambini, le valigie e l'attrezzatura necessaria per le quattro settimane di vacanza.
Appena fuori Paimpol (Côtes-d'Armor, Francia), si è scatenato un terribile temporale. Chicchi di grandine "grandi come uova di piccione" si schiantavano sul terreno fradicio e scivoloso. Anne-Marie non riusciva a vedere venti metri davanti a sé. Non riusciva più a controllare l'auto. Dietro di lei, anche il marito era nel panico. All'improvviso, l'auto di Anne-Marie ha sbandato per evitare un ostacolo: i passeggeri hanno sentito l'impatto. La futura mamma ha provato un dolore interno. Yves, che era intervenuto in suo soccorso, le ha detto di farsi forza che dovevano partire a tutti i costi, altrimenti l'auto sarebbe stata sommersa. Sono arrivati a casa nel cuore della notte. Avevano impiegato più di quattro ore per percorrere meno di duecento chilometri.
La notte successiva Anne-Marie ha avuto una piccola emorragia, che l'ha preoccupata vista la sua situazione. Dopo aver scaricato l'attrezzatura, Yves è tornato a Rennes, dove lo aspettava il suo lavoro. Sua moglie sapeva che sarebbe rimasta lì per tre settimane. Ha chiamato un medico, che le assicurò che tutto andava bene e che il nascituro stava benissimo.
Il 14 agosto seguente, nel tardo pomeriggio, Anne-Marie ha avuto un collasso. L'emorragia era estremamente grave. Ha avuto a malapena la forza di chiamare i suoi figli per chiedere aiuto. Sono riusciti a telefonare a un medico, che l'ha fatta trasportare d'urgenza all'ospedale di Tréguier (Côtes-d'Armor).
Il marito è stato avvertito immediatamente e si è precipitato all'ospedale, ma era già troppo tardi. Anne-Marie, distesa sul tavolo operatorio, era appena stata dichiarata "morta" dall'anestesista. È stato l'inizio di un'esperienza incredibile per lei, di cui ripercorriamo le fasi principali.
Anne-Marie ha rivisto tutta la sua vita. Si tratta di un fenomeno perfettamente identificato nel contesto degli episodi di pre-morte. Non si tratta solo della percezione dei principali eventi della vita, ma della totalità dei fatti, sia materiali che morali, che avevano segnato la sua vita dalla nascita al 1971: ognuno di essi veniva "giudicato", non dalla giustizia umana, ma da un amore incredibile.
Mentre la stragrande maggioranza degli episodi di pre-morte consiste in una forma di elevazione spirituale, attraverso un "tunnel di luce", per Anne-Marie è iniziata una fase molto buia. Colta da una "tremenda vertigine", è stata letteralmente risucchiata verso il basso, in un luogo terribile di "freddo glaciale", "minerale", in cui ogni forma di vita era scomparsa. Allo stesso tempo - e questo è un dettaglio importante per l'autenticità del fenomeno -, provava un dolore morale crescente mentre cadeva nell'"abisso". Credente praticante, ha cominciato a dubitare della sua fede in modo "intollerabile". Le sembrava che non esistesse nulla al di là di questa vita terrena. È una forma di abbandono, una "notte spirituale" che i mistici cristiani conoscono da sempre. Immersa in una terrificante penombra, ha avuto la sensazione di rabbrividire, e soprattutto che quello stato sarebbe durato per sempre.
All'improvviso, l'oscurità ha lasciato entrare una piccola luce pallida, come i raggi della luna attraverso una fitta nebbia. Ha alzato lo sguardo e lì, a poche decine di metri, Anne-Marie ha visto Cristo in croce. Lo shock è stato indescrivibile. Ai piedi della croce, ha notato un giovane uomo e una donna che non riesciva a riconoscere. Accanto a loro si trovava un'altra donna di cui non conosceva l'identità.
All'improvviso, ha sentito dentro di sé questo messaggio, "come se mi fosse stato sussurrato", come ha poi detto: "Dio ha preso questa tua vita umana per costruire un ponte tra sé e l'umanità. Ha assunto questa vita umana nel suo Figlio Gesù [...] Gesù ha assunto un corpo nel corpo di una donna, una donna che non aveva nulla di divino, che era interamente umana". Gesù sulla croce ha poi detto: "Madre, questa è tua figlia, Anne-Marie, questa è tua madre!" In quel momento, la donna che agli occhi della medicina aveva appena perso la vita ha capito che la seconda donna sconosciuta ai piedi della croce, accanto a Maria e Giovanni, era lei stessa.
La terza fase è iniziata con la schiarita delle tenebre. Anne-Marie non sapeva come muoversi: con il corpo (ma quale corpo, visto che era morta?) o mentalmente?"Sapevo di trovarmi come su un carrello", ha ricordato. Ora aveva l'impressione di "arrampicarsi", di elevarsi verticalmente, fisicamente. Se durante la discesa nell'abisso aveva provato un'intensa sofferenza interiore, ora sentiva una pace indefinibile invadere il suo essere, e il freddo scomparire man mano che saliva: "L'angoscia mi sta lasciando gradualmente". È l'equivalente dell'attraversamento del tunnel luminoso descritto da chi ha vissuto un'esperienza di pre-morte.
Ha quindi raggiunto una sorta di "porta a mezza arcata, piuttosto stretta", otre la quale una "tenda impalpabile nascondeva uno spazio del colore del fuoco e dell'arcobaleno". In quel momento si è sentita perfettamente a suo agio, penetrata da un dolce calore al tempo stesso materiale e spirituale. Un attimo dopo, una specie di nebbia è emersa dalla tenda, e una sagoma ha preso lentamente forma in essa, rivelando la luce, come "un negativo fotografico". Anne-Marie ha aggiunto un dettaglio che demolisce l'ipotesi di un'allucinazione o di un'attività onirica: "Più mi allontanavo, più lei si avvicinava e più riuscivo a distinguere la sua sagoma: una piccola donna". Questa osservazione delle leggi dell'ottica - involontaria per Anne-Marie - esclude l'idea di una causa cerebrale dell'esperienza di pre-morte: le allucinazioni e i sogni stravolgono, trasformano e modificano la realtà, togliendo ogni logica ai fenomeni percepiti e confondendo, per lo più, causa ed effetto.
Anne-Marie ha chiesto alla sconosciuta di rivelarle il suo nome. Era Maria, la Madre del Signore. L'apparizione le ha detto: "Guarda! Ascoltala! Racconterai, passerai oltre". In quel momento, si è sentita proiettata nella luce, oltre la porta che aveva interrotto il suo cammino. La "beatitudine" che l'ha colta era diversa da qualsiasi cosa avesse sperimentato sulla Terra. In lontananza, poi sempre più distintamente, ha sentito un suono "meraviglioso". Si trattava di un'orchestra e di cori invisibili, ma in mezzo a loro le è sembrato di riconoscere sua figlia Elisabeth, di sette anni, che suonava l'arpa. All'epoca, però, la bambina non suonava alcuno strumento. Anne-Marie non aveva idea del motivo per cui credeva di aver riconosciuto sua figlia. In ogni caso, è rimasta molto sorpresa quando, quattro anni dopo, Elisabeth le ha detto che avrebbe voluto studiare l'arpa. Nessun cenno aveva lasciato prevedere questa scelta, e Anne-Marie non ha mai parlato mai ai suoi figli della sua avventura finché non sono cresciuti.
Un altro dettaglio sorprendente: Anne-Marie ha riconosciuto la voce di sua madre nel coro celeste, senza alcun possibile errore. Quella persona era viva in quel momento, ed è morta qualche tempo dopo.
Quarto momento: è entrata in "una specie di sole immenso" il cui centro non riusciva a fissare. A poco a poco è apparsa una "grande sagoma, gigantesca, nera, perché troppo luminosa e radiosa", che sprigionava "raggi ardenti". Avrebbe voluto toccare quella figura, pensando all'emorroissa del Vangelo, che è stata salvata toccando il mantello di Gesù... La Vergine Maria le ha detto: "No! Non ora. Non è ancora giunto il momento".
In un attimo si è ritrovata dall'altra parte della porta. Questa volta, Maria non era più una sagoma, ma una giovane donna di indescrivibile bellezza, con "grandi occhi a mandorla di colore marrone scuro" e i capelli "chiaramente visibili". Era colpita soprattutto dalla "profondità del suo sguardo, che mi penetrava con infinito amore". "Tornerai e comincerai!", le ha detto, promettendole di prendersi cura di lei. A queste parole, Anne-Marie si è resa conto che i suoi piedi erano appoggiati su "una specie di nuvola sospesa nello spazio" e che, lontano, poteva vedere il tavolo operatorio e il suo stesso corpo disteso su di esso. "Vedevo un corpo disteso, con suore e infermiere che si affollavano intorno e parlavano al corpo in questione...". Ha aggiunto un'impressione inimmaginabile: sentiva i sentimenti e le emozioni delle persone che cercavano di salvarla. "Sentivo la loro angoscia, la loro ansia febbrile...", ha ricordato. Si è poi accorta che una delle suore si era chinata su di lei. Un attimo dopo era tornata nel suo corpo fisico. "È stato come se avessi chiuso gli occhi e poi li avessi riaperti! E ho visto gli occhi della suora che era china su di me... La sentivo dire, come in una nebbia: 'È qui! È tornata!'".
Anne-Marie si è accorta che i suoi arti erano di nuovo fonte di dolore. Quando ha visto la sacca di sangue attaccata al braccio, l'attrezzatura medica e la maschera dell'ossigeno, ha ricordato i momenti di beatitudine appena vissuti. A livello psicologico, questa esperienza è stata il catalizzatore di una conversione profonda e duratura. Nonostante la tristezza causata dalla perdita del suo bambino, Anne-Marie ha riscoperto un'incredibile gioia di vivere. Ha trascorso sempre più tempo in preghiera, leggendo la Bibbia e meditando, e il suo amore per tutti ha continuato a crescere. Il suo distacco dalle cose materiali colpisce tutti coloro che la conoscono.
Ciò che è ancora più incredibile è che le sue doti naturali e le sue qualità umane sono sbocciate in modo fantastico. È diventata poetessa, ha scritto canzoni per bambini disabili e ha tenuto corsi di formazione musicale e catechetica. Ha registrato un album nel 1981 con i piccoli cantori d'Aubervilliers e il sostegno di padre Francis Méhaignerie, parroco di Saint-Augustin a Rennes. L'arcivescovo Paul Gouyon di Rennes, al quale Anne-Marie aveva inviato i testi delle sue canzoni, le ha inviato una lettera di congratulazioni datata 22 aprile 1981.
Soprattutto, ha fondato un gruppo di preghiera chiamato Aïn Kariem, destinato a diffondere "fede, gioia e folle speranza" pregando Dio per le coppie senza figli e le madri separate dai loro bambini. Nel 2000, Anne-Marie ha ritrovato Madre Cécile, una suora agostiniana che l'aveva circondata di affetto in sala operatoria nel 1971. Durante una conversazione telefonica, la religiosa, ormai molto anziana, che un tempo era stata vicina a Madre Yvonne-Aimée de Malestroit, di cui era stato avviato il processo di beatificazione, le ha spiegato che doveva la sua vita all'intercessione della loro fondatrice, alla quale tutte le suore presenti avevano chiesto di intervenire presso Dio.