Le "prove giuste" per non credere con leggerezza
Nel capitolo 6 della prima parte della Summa contra Gentiles, scritta tra il 1258 e il 1265, San Tommaso d'Aquino spiega che "compiendo in modo molto visibile" opere "ben al di là delle possibilità della natura", ispirando le predizioni che i profeti fecero "con largo anticipo" e permettendo i "segni, prodigi e miracoli" che accompagnarono la testimonianza degli apostoli e sono ancora "oggi" conferme che ci giungono attraverso i santi, Dio ha dato tutte le prove "idonee" a testimoniare, manifestare, confermare e garantire la solidità della fede cristiana. Poiché invece i"fondatori della setta" non hanno mai "fornito prove soprannaturali" altrove, essendo "gli unici a testimoniare adeguatamente l'ispirazione divina", tutti coloro che danno credito alle loro parole "credono con leggerezza".
L'apoteosi di San Tommaso d'Aquino, Francisco de Zurbarán, 1631, Siviglia, Museo Provinciale di Belle Arti / © CC0/wikimedia
Motivi per credere :
- La semplicità, la coerenza e la logica di questa sintesi pubblicata da San Tommaso d'Aquino sono di per sé un vero motivo per credere.
- I vari tipi di prova della verità del cristianesimo citati da Tommaso d'Aquino sono ben noti e convincenti, a partire dalle "opere che vanno ben oltre le possibilità della natura" che Cristo ha compiuto in modo molto visibile e che "testimoniano che il Padre lo ha mandato" (Gv 5,36; 10,25). Quando l'acqua si trasforma in vino, i pani e i pesci si moltiplicano, i morti risorgono, i demoni vengono scacciati, il mare e il vento vengono comandati..., questo dovrebbe portare normalmente a un risveglio della coscienza. È in questo senso che Cristo ha rimproverato le città sulle rive del lago di Tiberiade, dove si era rivelato con parole e opere: "Guai a te, Corazin! Guai a te, Betsàida. Perché, se a Tiro e a Sidone fossero stati compiuti i miracoli che sono stati fatti in mezzo a voi, già da tempo avrebbero fatto penitenza, ravvolte nel cilicio e nella cenere. Ebbene io vi dico: Tiro e Sidone nel giorno del giudizio avranno una sorte meno dura della vostra. E tu, Cafarnao, sarai forse innalzata fino al cielo? Fino agli inferi precipiterai! Perché, se in Sòdoma fossero avvenuti i miracoli compiuti in te, oggi ancora essa esisterebbe! Ebbene io vi dico: Nel giorno del giudizio avrà una sorte meno dura della tua!" (Lc 10,13-15 o Mt 11,20-24).
- La sublimità delle parole di Cristo e la saggezza che le ispira, che "risplende" predicazione degli apostoli e dei primi cristiani e che ha permesso la miracolosa diffusione del cristianesimo nonostante le "persecuzioni" che ne sono seguite, è un altro motivo per credere.
- Lo stesso vale per il fatto che Dio, "con molto anticipo", "aveva predetto" tutto questo "per bocca dei profeti".
- C'è poi il fatto che il Signore, avendo compiuto "opere che nessun altro ha mai fatto"(Gv 15,24), ha anche sostenuto la testimonianza degli apostoli e dei santi di tutti i tempi con molti "miracoli, prodigi e segni" (Mc 16,20; At 2:22; 2:43; Eb 2,4), altre conferme di notevole importanza.
- Riprendendo e completando tutte queste idee, il Concilio Vaticano I conclude: "Alla sola Chiesa cattolica appartengono tutte quelle cose così ricche e così meravigliose che sono state divinamente predisposte per la credibilità della fede cristiana. Anzi, la Chiesa, per se stessa, cioè per la sua ammirevole propagazione nel mondo, per la sua esimia santità e per l’inesausta fecondità di tutti i suoi beni, per la sua unità, per l’invitta solidità è un grande e perenne motivo di credibilità, una testimonianza irrefragabile della sua istituzione divina" (Costituzione dogmatica Dei Filius, Denzinger 3013); "La fede e la ragione non solo non possono essere mai in contrasto fra loro, ma anzi si aiutano vicendevolmente in modo che la retta ragione dimostri i fondamenti della fede e, illuminata da questa, coltivi la scienza delle cose divine, e la fede, dal canto suo, renda la ragione libera da errori, arricchendola di numerose cognizioni" (Denzinger 3019); "Se qualcuno dirà che l’unico vero Dio, nostro Creatore e Signore, non può essere conosciuto con certezza dal lume naturale della ragione umana, attraverso le cose che da Lui sono state fatte: sia anatema" (Denzinger 3033); "Se qualcuno dirà che (...) i miracoli non si possono mai conoscere con certezza, né per mezzo di essi si può conoscere e provare sufficientemente la divina origine della religione cristiana: sia anatema" (Denzinger 3033).
- Pio XII lo ha confermato: Dio, ha scritto, ha disposto "tanti e mirabili segni esterni, per cui anche con la sola luce naturale della ragione si può provare con certezza l'origine divina della religione cristiana" (Humani Generis).
Sintesi :
Ecco come San Tommaso d'Aquino spiega la credibilità del cristianesimo e denuncia il fatto di credere "con leggerezza" senza le "prove idonee", in quel famoso capitolo 6 della Summa contra Gentiles:
"La Sapienza divina ha manifestato la sua presenza, la verità del suo insegnamento e della sua ispirazione con le prove appropriate, compiendo in modo molto visibile, aconferma di ciò che è al di là della conoscenza naturale, opere ben al di là delle possibilità della natura nelsuo insieme: guarigione meravigliosa dei malati, resurrezione dei morti, stupefacente cambiamento dei corpi celesti e, cosa ancora più ammirevole, ispirazione delle menti degli uomini, tanto che persone ignoranti e semplici, colmate dal dono dello Spirito Santo, hanno acquisito in un attimo la più alta sapienza ed eloquenza. Di fronte a queste cose, mossi dall'efficacia di tali prove, non dalla violenza delle armi o dalla promessa di piaceri grossolani e, cosa ancora più sorprendente, sotto la tirannia dei persecutori, innumerevoli folle, non solo di semplici, ma anche di uomini molto colti, hanno aderito alla fede cristiana, quella fede che predica verità inaccessibili all'intelligenza umana, reprime i piaceri della carne e insegna a disprezzare tutti i beni di questo mondo. Che gli spiriti dei mortali diano il loro assenso a tutto questo, e che disprezzando le realtà visibili si desiderino solo i beni invisibili, è certamente il più grande dei miracoli e l'opera manifesta dell'ispirazione di Dio. Che tutto questo non sia avvenuto tutto in una volta e per caso ma per disegno divino è dimostrato dal fatto che Dio lo aveva preannunciato molto tempo prima per bocca dei profeti, i cui libri teniamo in venerazione perché testimoniano la nostra fede. La Lettera agli Ebrei allude a questo tipo di conferma: questa, la salvezza dell'uomo, inaugurata dalla predicazione del Signore, ci è stata garantita da coloro che l'hanno ascoltata. Dio ha sostenuto la loro testimonianza con segni e prodigi e con varie comunicazioni dello Spirito Santo. Questa mirabile conversione del mondo alla fede di Cristo è una prova sicura a favore degli antichi miracoli, tanto che non è necessario vederli rinnovati, poiché sono evidenti nei loro effetti. Sarebbe certamente un miracolo più sorprendente di tutti gli altri che il mondo sia stato chiamato, senza segni degni di ammirazione, da uomini semplici e di bassa estrazione a credere in verità così alte, a compiere opere così difficili, a sperare in beni così elevati. Anche oggi, Dio non cessa di confermare la nostra fede attraverso i miracoli dei suoi santi.
I fondatori di sette hanno proceduto in modo opposto. Questo è ovviamente il caso di Maometto, che ha sedotto la gente con promesse di piaceri carnali a cui dà luogo la concupiscenza della carne. Lasciando andare a briglia sciolta le voluttà, egli ha dato dei comandamenti conformi alle sue promesse, a cui gli uomini carnali possono obbedire facilmente. Per quanto riguarda le verità, ha proposto solo quelle che sono facili da afferrare per qualsiasi mente aperta e mediocre. Per contro, ha intrecciato le verità del suo insegnamento con molte storie e dottrine del tipo più falso.
Non ha offerto prove soprannaturali, le uniche che possano testimoniare propriamente a favore dell'ispirazione divina, quando un'opera visibile che può essere solo opera di Dio dimostra che il maestro della verità è ispirato a livello invisibile. Egli affermava, al contrario, di essere stato inviato con il potere delle armi, prove che non mancano ai briganti e ai tiranni. Coloro che credettero in lui fin dall'inizio, inoltre, non erano saggi istruiti nelle scienze divine e umane, ma uomini selvaggi, abitanti dei deserti, completamente ignoranti di qualsiasi conoscenza di Dio, molti dei quali lo aiutarono, con la violenza delle armi, a imporre la sua legge ad altri popoli. Nessuna profezia divina testimonia a suo favore; al contrario, egli distorce gli insegnamenti dell'Antico e del Nuovo Testamento con racconti leggendari, come è ovvio per chiunque studi la sua legge. Oltre a questo, con grande astuzia proibisce ai suoi discepoli di leggere i libri dell'Antico e del Nuovo Testamento, che potrebbero convincere della falsità. È evidente, quindi, che coloro che ripongono fede nella sua parola credono con leggerezza".
La Chiesa cattolica ha adottato questa dottrina del "Dottore comune" e lo stesso tipo di enumerazione delle "prove esterne" che dimostrano la verità della fede cristiana.
Ciò è riassunto, ad esempio, nel Catechismo della Chiesa Cattolica, numero 156: "Perché l'ossequio della nostra fede fosse "conforme alla ragione", Dio ha voluto che agli interiori aiuti dello Spirito Santo si accompagnassero anche prove esteriori della sua rivelazione". Così i "miracoli di Cristo e dei santi" (cfr. Mc 16,20; Eb 2,4), le"profezie", la "diffusione e la santità della Chiesa, la sua fecondità e stabilità", sono "segni certi della Rivelazione, adatti alla comprensione di tutti", "motivi di credibilità" che mostrano come l'assenso di fede non sia "affatto un cieco movimento della mente".
Secondo San Tommaso d'Aquino