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OGNI RAGIONE PER CREDERE
Une vague de charité unique au monde
n°56

Torino (Italia)

1901-1925

Pier Giorgio Frassati, esempio di carità eroica

Pier Giorgio Frassati nacque nel 1901 a Torino da una famiglia benestante. Era noto per la sua gioia contagiosa e il suo amore per la montagna. Nella semplicità della sua vita di studente, con la sua famiglia e gli amici, Pier Giorgio concentrava la sua vita quotidiana sull'aiuto ai poveri e ai malati. La sua vita è stata molto breve - è morto a 24 anni per una malattia devastante contratta al servizio dei poveri - e straordinariamente ricca di frutti spirituali. Per Giovanni Paolo II, che lo ha beatificato nel 1990, Pier Giorgio è il miglior esempio di come un giovane laico possa rispondere alla chiamata di Cristo "Vieni e seguimi".

Pier Giorgio Frassati, 24 anni, 1925 / © CC0/wikimedia
Pier Giorgio Frassati, 24 anni, 1925 / © CC0/wikimedia

Motivi per credere :

  • La vita di Pier Giorgio Frassati è ben nota grazie ai documenti scritti da lui e da chi gli stava vicino, in particolare alle numerose lettere che scrisse (350 lettere sono state raccolte e pubblicate anche in francese). La sorella Luciana ha raccolto le testimonianze di chi gli è stato vicino.
  • Pier Giorgio era un giovane atletico e bello, proveniente da una ricca famiglia borghese. Tutto lo predisponeva a una vita facile e brillante, ma la sua decisione di entrare nel Terz'Ordine domenicano e di dedicare tutto il suo tempo e il suo denaro ad aiutare i meno abbienti cambiò le carte in tavola.
  • Nella sua vita quotidiana, Pier Giorgio cercava ogni occasione per fare del bene seguendo la volontà di Dio. La sua preoccupazione per gli altri era costante, sembrava naturale e lo portava a dimenticare se stesso. Al di là dell'aiuto materiale che offriva, si donava completamente, con un'abnegazione sovrumana. "Ricordati sempre che vai da Gesù": era l'amore di Cristo a motivare le sue azioni.
  • La sua carità era tanto più sorprendente perché chi lo circondava non si rendeva conto della portata dell'opera che stava compiendo. Anche le persone più vicine a Pier Giorgio, come la sua cara sorella, non se ne sono rese conto fino al giorno del suo funerale, quando migliaia di persone sono accorse in chiesa, soprattutto dai quartieri disagiati e dagli ospizi.
  • Il 31 marzo 1981, durante il processo di beatificazione, secondo le consuete procedure, è stata esumata la tomba in cui Pier Giorgio era sepolto nel cimitero di Pollone. A quasi 56 anni dalla morte, il corpo del beato è stato ritrovato intatto.

Sintesi :

Pier Giorgio Frassati nasce a Torino nel 1901, figlio del senatore Alfredo Frassati e di Adelaide Ametis, nota pittrice. Il padre aveva fondato il quotidiano liberale La Stampa ed era stato ambasciatore a Berlino tra il 1920 e il 1922. Pier Giorgio aveva una sorella, Luciana, di un anno più giovane.

Ricevette un'educazione austera e piuttosto dura, incentrata sulla disciplina e sull'obbedienza. I suoi genitori non nascosero la loro delusione per non avergli fatto intraprendere la strada che gli avrebbe permesso di rilevare il giornale del padre.

Luciana diceva di Pier Giorgio che fin da piccolo si era distinto come se avesse un "terzo occhio" che guardava le cose in modo diverso, un'"inclinazione al bene", un desiderio di aiutare e servire. Un aneddoto può illustrare questo tratto caratteriale: un giorno, quando erano bambini, Pier Giorgio e Luciana stavano pattinando sul ghiaccio e videro che una bambina era caduta in una buca di acqua gelata. Senza esitare un attimo, Pier Giorgio si tuffò per aiutarla, anche se il bagno gelido avrebbe potuto costargli la vita.

Pier Giorgio trascorse parte dei suoi studi in una scuola gestita dai Gesuiti, l'Istituto sociale a Torino. Lì imparò a conoscere i benefici dell'Eucaristia e volle fare la Comunione ogni giorno. Convinse la madre e il preside a permetterglielo in un'epoca in cui la Comunione quotidiana era rara e addirittura sconsigliata ai bambini. Da quel momento in poi, Pier Giorgio partecipò alle escursioni in montagna che tanto amava ( "Ho lasciato il mio cuore sulle cime ") solo a patto di rispettare l'impegno della Messa quotidiana, anche se ciò significava alzarsi alle prime luci dell'alba.

Quando scoppiò la I Guerra Mondiale, Pier Giorgio rimase profondamente turbato e commosso dalla miseria causata dal conflitto. Era radicalmente a favore della pace, ma si sentiva impotente: "Darei la mia vita perché la guerra finisse", disse gravemente.

Gli amici ammiravano la rettitudine e la purezza di Pier Giorgio. Quando una conversazione gli sfuggiva di mano, non esitava a fischiare. Il suo atteggiamento contrastava con quello degli altri giovani, ispirando rispetto e simpatia. All'età di 17 anni, Pier Giorgio era impegnato nei movimenti caritativi cattolici - i gruppi di San Vincenzo de' Paoli e poi la FUCI (Federazione Universitaria Cattolica Italiana): "Nella Santa Comunione, Gesù viene a visitarmi ogni mattina. Io a mia volta lo visito, nel mio modo povero, visitando i poveri" .

Con alcuni amici fondò la "Compagnia dei Tipi Loschi", allegra brigata che aspirava a una profonda amicizia basata sulla preghiera e sulla fede ("Vorrei che stringessimo un patto di alleanza senza limiti temporali o terreni: l'unione nella preghiera"). Su impulso di Pier Giorgio, si recavano in aiuto degli indigenti. Pier Giorgio si aggirava per le strade di Torino, portando con sé un taccuino in cui annotava i nomi delle sue "conquiste": persone che incontrava e che avevano bisogno di aiuto. Aveva una notevole capacità di coinvolgere altre persone nella sua opera di carità. Anche se proveniva da una famiglia benestante, i suoi genitori gli davano solo lo stretto necessario per vivere. Per questo era creativo, non esitava a chiedere alle persone intorno a lui o ad andare di porta in porta per ottenere un letto d'ospedale, un posto a scuola, medicine, carbone per il riscaldamento... Ogni centesimo del suo reddito personale veniva immediatamente messo a frutto, perfino il costo del trasporto pubblico, che risparmiava correndo fino a casa. Oltre a fornire un aiuto materiale, diventò il compagno di giochi dei bambini e il confidente dei genitori, offrendo la sua presenza simpatica e il suo ascolto ("La casa può essere squallida, ma è da Cristo che andiamo. Non ha forse detto: 'Se fate del bene ai poveri, lo fate a me'? Intorno ai malati, intorno agli sfortunati, vedo una luce speciale che né i ricchi né i sani hanno").

In tasca, Pier Giorgio teneva un foglio di carta su cui era scritta la prima lettera di San Paolo ai Corinzi, sull'amore. Si chiedeva costantemente come amare le persone che lo circondavano. La sua attenzione nei confronti degli altri era costante: "Il vero bene si fa inavvertitamente, a poco a poco, ogni giorno, in modo familiare", diceva. Questo "inavvertitamente" era anche intriso di vigilanza, di uno spirito contemplativo che aspettava sempre l'occasione per mettersi discretamente al servizio degli altri. Pier Giorgio svolgeva allegramente mille servizi banali: "Sono a vostra completa disposizione", amava ripetere.

La sua devozione alla Vergine Maria era quella dei semplici e dei retti. Seguace di San Domenico, recitava il Rosario quotidianamente, verso la fine della sua vita per intero.

All'età di 24 anni, il 4 luglio 1925, Pier Giorgio morì per un'improvvisa malattia chiamata poliomielite, che aveva contratto durante l'assistenza ai poveri. La causa e la gravità della malattia non furono subito evidenti: Pier Giorgio mantenne un profilo basso, poiché anche la nonna moriva nella stanza accanto. Mentre soffriva terribilmente, pensava ancora alla promessa fatta a qualcuno che aveva bisogno, e scrisse faticosamente un biglietto per fargli arrivare il denaro di cui aveva necessità. Il racconto della sorella Luciana Frassati sulla morte di Pier Giorgio è disponibile anche in francese online (Les dernières heures de Pier Giorgio Frassati, Téqui, 2005).

Il giorno del funerale, una folla di migliaia di poveri, quelli per cui aveva lavorato tanto, siriversò da tutta Torino, dimostrando la grandezza nascosta di Pier Giorgio. "Non conosco mio figlio", mormorò il padre impressionato. Alfredo Frassati intraprese allora un cammino di conversione, ispirato dalla vita di carità silenziosa condotta dal figlio.

Il 20 maggio 1990, Papa Giovanni Paolo II ha dichiarato Pier Giorgio beato e lo ha definito "l'uomo delle otto beatitudini". Egli ha anche posto le Giornate Mondiali della Gioventù sotto il suo patrocinio. Il corpo di Pier Giorgio riposa ora in una cappella sul lato sinistro della Cattedrale di San Giovanni Battista a Torino.

Nell'aprile del 2024, Papa Francesco ha annunciato che sarebbe stato canonizzato nel 2025.

Intervista a Luz e Maria, collaboratrici di Wanda Gawronska, nipote del beato, per l'Associazione Pier Giorgio Frassati.


Al di là delle ragioni per credere :

"A uno sguardo superficiale, lo stile di Pier Giorgio Frassati, un giovane moderno pieno di vita, non presenta granché di straordinario. (...) In lui la fede e gli avvenimenti quotidiani si fondono armonicamente, tanto che l’adesione al Vangelo si traduce in attenzione amorosa ai poveri e ai bisognosi, in un crescendo continuo sino agli ultimi giorni della malattia che lo porterà alla morte. (...) Tutta immersa nel mistero di Dio e tutta dedita al costante servizio del prossimo: così si può riassumere la sua giornata terrena!" (Omelia di Giovanni Paolo II, 20 maggio 1990, per la beatificazione di Pier Giorgio Frassati).


Andare oltre :

Luciana Frassati, Pier Giorgio Frassati: i giorni della sua vita, Sarment, 1990.


Per saperne di più :

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