La morte sorprendente di padre Emmanuel de Floris

Sintesi :

La storia di padre Emmanuel de Floris comincia all'inizio del XX secolo. Giovane di antica famiglia nobile, si fece monaco insieme al fratello nell'abbazia benedettina di En Calcat, nel sud della Francia.

Le sue avventure durante la II Guerra Mondiale meritano di essere raccontate. Per esempio, acquistò un'intera collina nella gariga per coltivare patate di modo che il monastero potesse sfamare i rifugiati ebrei e gli aviatori britannici diretti in Spagna.

Ma non è questo il nocciolo della questione. A ottant'anni, padre Emmanuel riceveva giovani fratelli in formazione religiosa nel suo eremo di Montmorin, sulle Alpi. Ciò che sorprende è che alcuni di questi novizi (pochi) non lo rispettavano. Quando riceveva le Confessioni, infatti, non esitava a dire, a volte con umorismo: " Anche tu commetti quel peccato? Anch'io!", o a dire a un giovane penitente scrupoloso: "Questi non sono peccati!Prima vai a peccare, poi ti confesserai". Alcuni quindi lo disprezzavano, ritenendo che un sacerdote dovesse avere un freno esterno. Altri, al contrario, si stupivano della sua gentilezza, della sua umiltà, della sua mancanza di preoccupazione per se stesso e dell'ammirevole considerazione che mostrava verso gli altri.

E il giudizio di Dio? Basta guardare la sua morte per capirlo. Innanzitutto, l'aveva annunciata un anno prima ai suoi fratelli eremiti: sarebbe avvenuta il 19 marzo dell'anno successivo, giorno di San Giuseppe, a lui molto caro. Quel giorno, i fratelli eremiti che vivevano intorno a lui decisero di organizzare una grande festa, perché non sembrava affatto che stesse per morire. Quella sera, però, lo trovarono morto. Se n'era semplicemente andato, senza far rumore.

Il giorno dopo, il suo corpo cominciò a esalare uno strano profumo di rose e viole. Il simbolismo dei fiori è chiaro. La rosa significa "l'intensità dell'amore" e la violetta, un fiore piccolo e discreto, "la profondità dell'umiltà". È chiaro che, attraverso questo straordinario fenomeno mistico, Dio stava dando ragione ai religiosi che avevano apprezzato padre Emmanuel de Floris: Dio si era compiaciuto della sua umiltà.

Spesso ci chiediamo cosa sia la santità. Alcuni dottori antichi sottolineano la grandezza delle imprese ascetiche. Sono certamente importanti. Bisogna trattenere il corpo perché non trascini con sé l'anima. Ma, chiaramente, anche San Paolo ha ragione: "Se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova. La carità è paziente, è begnina la carità; non è invidiosa la carità, non si vanta, non si gonfia, non manca di rispetto, non cerca il suo interesse, non si adira, non tiene conto del male ricevuto" (1 Corinzi 13,3-5). 

Al di là delle ragioni per credere :

La Chiesa cattolica, nelle sue autorità, dà a questo tipo di fenomeno il posto che gli spetta: lo verifica e se ne interessa. Ne registra i resoconti, ma non si accontenta.

L'indagine per la canonizzazione si concentra sull'insieme di una vita vissuta in santità, che deve essere confermata da uno o più miracoli post mortem, che vanno oltre la semplice nozione di "prodigio", in cui la potenza di Dio conferma la sua volontà di porre la persona come modello e intercessore.

Andare oltre :

Una testimonianza video sulla vita di padre Emmanuel de Floris, disponibile anche per iscritto: Hommage au père Emmanuel de Floris le veilleur de Montmorin, lumière des solitaires, le saint du désert.

Per saperne di più :

• Il video di Arnaud Dumouch: Le père Emmanuel de Floris, la sainteté par la simplicité (1909 - 1992) (i suoi racconti di vita spirituale, i fenomeni paranormali, il suo esempio di vita, la sua santa morte).