La straordinaria conversione di Michelina da Pesaro
Michelina era un membro della nobiltà italiana. All'età di 20 anni era vedova, madre e conduceva una vita mondana e sfarzosa. Quando il suo unico figlio morì, Michelina sprofondò nella tristezza, finché un giorno ebbe una visione del figlio, felice e luminoso. Questo evento scatenò immediatamente una conversione radicale che influenzò ogni aspetto della sua vita: donò tutti i suoi beni ai bisognosi, non tenendo nulla per sé e chiedendo l'elemosina per il pane. I suoceri, sostenendo che fosse pazza, la fecero rinchiudere, ma le guardie, commosse dalla bontà della loro prigioniera, la lasciarono andare. Michelina poté continuare la sua santificazione, ispirata dalla figura di San Francesco. Morì il 19 giugno 1356, dopo aver compiuto da sola un pellegrinaggio a Gerusalemme.
Particolare di Michelina da Pesaro, di Federico Barocci / © CC BY-SA 4.0/Adri08
Motivi per credere :
- Storici e studiosi di fama, come i Bollandisti, hanno analizzato la vita di Michelina da Pesaro sulla base di una solida e varia documentazione storica: il francescano Bartolomeo da Pisa (+ 1401) cita Michelina nella sua opera De conformitate vitae beati Francisci ad vitam domini lesu (I, VIII, pars H); gli Analecta franciscana (Annali francescani ) dicono qualche parola su di lei (§ 4); nel 1585, il futuro vescovo Pietro Ridolfi da Tossignano scrisse il suo primo resoconto biografico: Vita della Beata Michelina da Pesaro dell'Ordine dei Penitenti di San Francesco.
- I miracoli postumi sono documentati in modo eccezionale, poiché molti di essi furono registrati da avvocati, cancellieri e magistrati. Composta tra il 1359 e il 1379, la prima raccolta dei suoi miracoli richiese l'interrogatorio di oltre 200 persone. I racconti di questi prodigi non scadono mai nel "meraviglioso" gratuito, riferendosi tutti al Vangelo e alla persona di Cristo.
- Nulla predisponeva Michelina alla conversioen: al contrario, dopo la morte del figlio aveva rifiutato Dio e la fede. La repentinità e radicalità della sua conversione sono un forte indizio della sua autenticità. Un tale cambiamento esistenziale a tutti i livelli, infatti, non può che avere una causa straordinaria: è a priori impossibile trasformare la personalità di una persona e strapparla dal suo humus socio-culturale nello spazio di pochi giorni. Questa conversione radicale richiama direttamente quelle sperimentate dai primi apostoli, a partire da San Paolo.
- Papa Clemente XII la proclamò beata nel 1737 dopo un approfondito esame della sua vita, delle sue virtù e dei miracoli che Dio aveva compiuto attraverso di lei (se ne conoscono almeno 107). Sebbene sia stata beatificata piuttosto tardi, il culto di Michelina esiste ininterrottamente dalla fine del XIV secolo, sia in Italia che nell'Ordine francescano.
Sintesi :
Quando Michelina nacque nella città portuale di Pesaro, nelle Marche, nulla la predisponeva a diventare una "reclusa", tanto meno una santa. Apparteneva alla ricca famiglia dei Metelli, che governava la città e i suoi dintorni. Dopo aver ricevuto un'educazione di qualità, in cui la religione aveva un ruolo marginale, a 12 anni fu promessa in sposa, come voleva la tradizione, a un membro della famiglia Malatesta, signori di Rimini e amministratori della Romagna e delle Marche.
Dopo il matrimonio, celebrato in pompa magna, i due coniugi trascorsero tre o quattro anni in totale spensieratezza, tra lusso, feste, cacce e viaggi. Da questa unione nacque un figlio. Fu l'unico figlio della coppia, e di conseguenza monopolizzò l'attenzione della madre, che tuttavia continuò a condurre una vita piena di distrazioni alla corte di Pesaro.
Nel 1320, Michelina perse improvvisamente il marito. Fu uno shock. Con il passare dei mesi, però, la giovane donna trovò conforto nelle cene e negli altri ricevimenti organizzati dall'aristocrazia regionale. Il suo stile di vita era sontuoso. Si diceva che amasse gli abiti eleganti e il lusso in tutte le sue forme, e che conducesse una vita dissoluta, ritenuta indegna di una vedova.
Intorno al 1330 si verificò l'evento chiave della sua vita: anche il suo unico figlio morì. Questa volta non ce la fece: perse il controllo e affogò nel dolore. Dopo qualche mese non era cambiato nulla: era nel suo stato peggiore. Un pomeriggio, improvvisamente, perse la consapevolezza di ciò che la circondava e di dove si trovava e cadde in una sorta di estasi. Vide il figlio morto che le veniva incontro, sorridente e felice, in una luce straordinaria. Il ragazzo risplendeva di bellezza, senza dire nulla. Improvvisamente lo vide salire dolcemente nel cielo, fino a scomparire. Michelina cadde in ginocchio, e per la prima volta dopo tanto tempo iniziò a pregare.
In pochi giorni, Michelina subì una metamorfosi completa: rinunciò agli abiti da cerimonia, ai gioielli, alla servitù e ai cavalli; trascorse i giorni e le notti in preghiera; lesse la Bibbia con profonda reverenza; aprì la sua casa ai poveri che venivano a chiedere l'elemosina; accolse i senzatetto e gli ammalati... Si nutrì come nessuno l'aveva mai vista fare prima: prevalentemente pane e acqua, nessun cibo cucinato. Distribuiva i suoi beni e il suo denaro ai monasteri e alle confraternite, senza dimenticare le donazioni ai più indigenti. Più si privava, più sembrava felice. Fondò infine la Confraternita dell'Annunciazione, il cui scopo era prendersi cura dei poveri e seppellire i morti.
Sapeva di essere stata profondamente toccata, di aver avuto un incontro con l'invisibile, con una forza d'amore incomparabile. Da quel momento in poi ebbe una sola ambizione: diventare una penitente a immagine di San Francesco, suo contemporaneo. Il contenuto di questa visione è infatti la causa della sua conversione. Ecco perché Michelina - come tutte le persone che vivono un'autentica esperienza di visione - apprese istantaneamente tutte le ricchezze della fede, come se una mano invisibile ne rivelasse le sottigliezze incidendole in un angolo della sua memoria. Non era tanto il figlio che vedeva: era soprattutto Cristo che incontrava attraverso di lui.
Questo desiderio non piacque a tutti: i membri della sua famiglia la giudicarono disturbata, se non "pazza", dopo la scomparsa del figlio. Il suocero la fece rinchiudere in una torre del suo castello. Dopo qualche giorno, però, gli uomini incaricati di sorvegliarla si rifiutarono di portare avanti il loro compito, tanto buona e santa sembrava loro la prigioniera. Una sera la liberarono di nascosto e raccontarono alla gente di Pesaro le qualità che avevano riscontrato in Michelina. Questo fu l'inizio della popolarità della futura beata. Stranamente, le autorità comunali lasciarono Michelina libera di santificarsi come meglio credeva.
Come penitenza per i suoi peccati, intraprese un pellegrinaggio a piedi a Gerusalemme, che all'epoca per una donna sola presentava incredibili pericoli. Dopo mesi di sforzi, tuttavia, ci riuscì. Durante questo viaggio ricevette le stigmate, diventando così una delle prime donne nella storia a ricevere le ferite della Passione.
Michelina morì per cause naturali nella sua casa di Pesaro il 19 giugno 1356. Venne proclamata beata da Papa Clemente XII il 13 aprile 1737.
Sebbene la Chiesa nel Medioevo non abbia aperto un processo di canonizzazione a favore di Michelina, la sua fama era ampiamente attestata molto prima della sua morte e si estendeva oltre la sua provincia natale. Il suo culto popolare era poi ben noto alle autorità ecclesiastiche, e alla fine del XIV secolo anche a tutti i fedeli italiani.
Al di là delle ragioni per credere :
Il contenuto della visione raccontata dalla beata è importante, perché illustra concretamente la verità del dogma della comunione dei santi confessato dai cattolici: i credenti, vivi o morti, sono uniti nella fede in Cristo risorto. È questo che ha illuminato la mente e il cuore di Michelina, la cui visione era tutt'altro che spettrale; suo figlio non era un fantasma, ma un essere vivente in Dio che le era venuto incontro, non per uno scambio, come avviene tra due persone, ma per rivelarle che il Signore aspettava anche lei, purché facesse entrare l'amore di Cristo nella sua vita.
Andare oltre :
Jacques Dalarun, La Sainte et la cité. Micheline de Pesaro (+ 1356), tertiaire franciscaine, Roma, École Française de Rome, 1992. Disponibile online.