Julien Maunoir impara miracolosamente il bretone

Quando arrivò a Quimper nel 1626, Julien Maunoir non aveva alcuna intenzione di rimanervi, ritenendo che la sua vocazione fosse quella di unirsi alle missioni gesuite in Canada e dedicarsi, a rischio del martirio, all'evangelizzazione delle tribù indiane. In realtà, il giovane non vi giunse mai. Una serie di segni provvidenziali gli dimostrarono che Dio lo voleva in Bretagna per insegnare alle popolazioni non cristianizzate. Il problema era che Maunoir non parlava una parola di bretone, l'unica lingua compresa nelle campagne di Trégor, Léon, Cornouaille e Vannetais. Scoraggiato e con scarso talento per l'apprendimento, il religioso pose una condizione al Cielo: se il suo posto fosse stato in Bretagna, avrebbe dovuto padroneggiare i vari dialetti locali per poter predicare senza difficoltà. Il suo desiderio fu esaudito, e iniziò a parlare correntemente una lingua di cui, solo pochi giorni prima, non conosceva neanche i rudimenti.

Motivi per credere :

• Julien Maunoir non era motivato dall'apostolato in Bretagna, perché sognava il Canada. Non aveva alcuno zelo nell'imparare una lingua per la quale non c'erano né libri di testo né insegnanti. Costretto a imparare da solo, mostrò scarso talento.

• Le difficoltà di apprendimento erano oggettive, e la varietà dei dialetti rendeva impossibile per un predicatore farsi capire da una diocesi all'altra. Tutto ciò sembrava garantire il fallimento. I superiori chiesero a Maunoir di dedicare più tempo al suo lavoro di supervisore e agli studi per il sacerdozio, il che gli lasciò poco tempo per imparare il bretone. Maunoir si rese presto conto che i suoi sforzi erano inutili. Se persisteva, era perché i segni del Cielo si moltiplicavano.

• Poco dopo il suo arrivo a Quimper, dove nessuno conosceva lui o sapeva della sua presenza, ricevette la visita - improbabile, visto che era una figura importante della Compagnia - di padre Michel Le Nobletz, che da decenni si dedicava a una nuova evangelizzazione della Bassa Bretagna. Solo, in cattive condizioni di salute, invecchiato e senza un successore, il gesuita aveva implorato il Cielo di mandargli qualcuno per non abbandonare il suo popolo alla sua morte. Una notte gli viene rivelato che l'assistente tanto atteso si trovava al collegio di Quimper e che era l'ultimo arrivato. Maunoir rimase sorpreso, ma prese sul serio la storia.

• Non essendo né credulone né ingenuo, e anche perché il progetto proposto non lo attraeva a prima vista, decise tuttavia di cercare una conferma celeste e si recò in pellegrinaggio alla cappella di Ti Mam Doué, "la Casa della Madre di Dio", vicino a Quimper, dove si convinse che il suo posto era in Bretagna e in nessun altro luogo, e che lì sarebbe stato "confessore e missionario".

• Obbedendo alla chiamata divina, ma constatando le difficoltà che aveva incontrato nell'imparare il bretone, pose una condizione: se il suo apostolato doveva evangelizzare la Bassa Bretagna, doveva essere autorizzato a parlare la lingua! In meno di cinque settimane, Maunoir padroneggiò il bretone a sufficienza per predicare e catechizzare, un prodigio che non poteva essere dato per scontato.

• Rimase lontano dalla regione per cinque anni, studiando e insegnando nei collegi di Tours e Bourges, prima di passare a Nevers e Rouen. Una malattia molto grave mise in discussione le sue ambizioni, ma si riprese miracolosamente.

• Julien Maunoir rimase convinto di tornare in Bretagna; in un sogno si vide portare sulle spalle un contadino della Cornovaglia, riconoscibile per il suo cappellino rosso, che stava conducendo in Cielo. Nonostante gli ostacoli, alla fine Jean Maunoir tornò a Quimper, e il suo apostolato riportò migliaia di anime alla fede cattolica.