Catherine Daniélou, testimone di Cristo in Bretagna

Catherine Daniélou, nata a Quimper (Finistère, Francia), ebbe una giovinezza molto difficile, venendo abbandonata e picchiata. Sposata a un uomo violento, fu benedetta da Dio con carismi straordinari come visioni ed estasi. Ricevette anche le stigmate il Venerdì Santo del 1640. Catherine è stata prodigiosamente moderna, essendo una delle prime persone laiche a sperimentare tali carismi, solitamente riservati alle persone consacrate. Al di là delle manifestazioni fisiche, tutta la vita di Catherine è stata un segno di Gesù: nella sua vita, piena di dolore e di sofferenza, si poteva sentire la presenza amorevole di Cristo.

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Motivi per credere :

Le biografie di Catherine Daniélou raccontano delle visioni e delle estasi che ha sperimentato. Questi fenomeni sono stati autenticati da diverse persone durante la sua vita.

La periodicità delle stigmate che colpirono Catherine nel 1640 e il loro decorso clinico non lasciano dubbi sulla loro origine extra-naturale. L'apertura delle ferite seguiva il calendario liturgico della Chiesa, e non c'era suppurazione o infezione.

Il beato Julien Maunoir, che trascorse diversi anni al fianco di Catherine, ha attestato l'assoluta autenticità di tutti i fenomeni come segue: "Attesto come testimone oculare la maggior parte delle cose che sono contenute in questa Vita [da lui scritta]; il resto l'ho appreso in parte da padre Bernard, in parte da coloro che hanno vissuto con Catherine e da coloro che l'hanno conosciuta fin da piccola".

Catherine non usciva mai dalle sue estasi turbata, rattristata, agitata o terrorizzata; al contrario, la sua vita morale e spirituale ne traeva sempre un immenso beneficio. Ciò suggerisce che questi fenomeni provenissero davvero da Dio.

Catherine beneficiò in particolare di un notevole e continuo accompagnamento spirituale, che la guidò nel discernimento dei suoi carismi. L'accompagnavano due sacerdoti, il beato Julien Maunoir e il vescovo di Quimper.

Durante una delle sue visioni, il 5 maggio 1662, vide la Vergine accompagnata da un sacerdote sconosciuto. Ben presto si rese conto che si trattava di padre Michel Le Nobletz, morto il giorno prima dell'apparizione.

I testimoni della morte di Catherine Daniélou, avvenuta il 4 novembre 1667, giurarono che il suo volto divenne radioso e luminoso, come non era mai stato prima, e rimase tale fino al suo funerale, avvenuto cinque giorni dopo.

Sintesi :

Intorno al 1627, Catherine Daniélou, una bambina di otto anni di Quimper, soffriva. Senza padre, abbandonata e frequentemente picchiata dalla madre e dal patrigno, un maestro sarto, era profondamente infelice e non sapeva cosa le avrebbe riservato il futuro.

La bambina ama fare passeggiate in campagna, dove la natura fa risuonare in lei la creazione di Dio. La preghiera era il respiro della sua anima; amava le cerimonie religiose a cui la madre la portava talvolta, anche se non le era mai stato permesso di confidare alla madre il suo progetto di servire Dio diventando suora, che rimase un segreto sepolto. Solo la Vergine Maria ne era a conoscenza, perché la bambina la pregava molto. Nel frattempo, Catherine doveva aiutare la famiglia nelle faccende domestiche in silenzio, senza lamentarsi o ribellarsi.

Un giorno passò vicino alla porta di Quimper, detta Tourbihan (o Tourbie), costruita nel XIV secolo e sormontata da una statua in pietra della Madonna. Lì, mentre trasportava cibo per la sua famiglia, Catherine alzò improvvisamente lo sguardo verso la statua mariana. La statua scompare letteralmente e venne sostituita da una bellissima giovane donna, immersa in una luce magnifica, i cui piedi non poggiavano su nulla di materiale.

L'apparizione le disse: "Fatti coraggio, Catherine, confida in me e Dio ti aiuterà". La bambina lasciò cadere il suo carico, si strofinò gli occhi e disse: "Chi sei tu per parlarmi così?" "Io sono Maria, Madre di Dio, che tu saluti ogni giorno". Era un sogno? Un'illusione? Impossibile, la bella signora era ancora lì! Catherine rispose facendo notare la totale dissomiglianza tra l'apparizione e la statua di pietra della Madonna. La donna concluse: "Sono dolce e gentile con le anime buone, ma sono anche una pietra dura per coloro che non vogliono lasciare i loro peccati". Un attimo dopo, la signora era scomparsa, lasciando che la materialità della statua in cima alla torre prendesse di nuovo il suo posto.

Il calvario di Catherine, tuttavia, continuò. Sopportò umiliazioni e violenze fisiche. A volte le sembrava che Dio la abbandonasse nella sua valle di lacrime, ma nel profondo sapeva che non era vero. Il primo fenomeno straordinario fu che crebbe in età e saggezza, nonostante la povertà della sua condizione. Chiunque avesse sopportato i suoi maltrattamenti sarebbe sprofondato in un terribile turbamento emotivo senza l'aiuto di Dio. Lei si alzò in piedi e ci rimase, mostrando una forza di volontà sovrumana.

Dall'età di vent'anni in poi, a volte cadeva in estasi in vari momenti del giorno e della notte. Non si trattava di svenimenti, perdite di coscienza o vuoti di memoria, ma di rapimenti mistici, come testimoniano i sacerdoti che si sono succeduti sul suo cammino. In questi stati, vedeva Gesù, Maria e talvolta dei santi. Riceveva messaggi che le consigliavano di continuare a pregare, di frequentare la Parola di Dio e i sacramenti e, soprattutto, di praticare attivamente la carità e il perdono nei confronti di coloro che le facevano del male.

Nel 1640, durante la Settimana Santa, provò un dolore estremo alle mani, ai piedi, alla testa e al fianco. Non era un disturbo mentale né un'allucinazione: il suo corpo portava le ferite della Passione di Cristo. Chi la circondava era spaventato. Era un miracolo o un fenomeno diabolico? Provvidenzialmente, il beato padre gesuita Julien Maunoir, che aveva predicato 439 missioni in tutta la Bretagna e convertito 3.000 persone, arrivò a Quimper. Venuto a conoscenza dei presunti eventi che riguardavano Catherine, mons. René du Louët de Coetjunval, vescovo di Quimper, chiese a lui e a un altro sacerdote, l'Abbé Bernard, anch'egli gesuita, di prendere contatto con la ragazza e di scoprire l'origine dei prodigi. Fu l'inizio di un accompagnamento spirituale che sarebbe durato fino alla sua morte, in occasione di un pellegrinaggio locale a Guerlédan (Côtes-d'Armor).

Nel frattempo, si moltiplicarono le apparizioni della Vergine, a volte da sola, a volte accompagnata dal Bambino Gesù e da santi (Corentino, Antonio d'Egitto...). Nel dicembre 1642, nella cattedrale di Quimper, Catherine vide la Vergine con un bel rosario alla cintura, vestita di un abito bianco e con un velo nero che le copriva i capelli. Seguirono altre mariofanie, tutte vissute in una profonda pace del cuore: nell'ottobre 1644, nella chiesa santuario di Sainte-Anne-d'Auray (Morbihan); il 14 ottobre 1651; il 5 maggio 1652 - un fenomeno sul quale dobbiamo dire una parola: Catherine non riuscì a identificarlo, ma in seguito avrebbe saputo che si trattava di padre Michel Le Nobletz, morto il giorno prima dell'apparizione; il 4 maggio. Poi ancora il 4 aprile 1660 - questa volta la Vergine era circondata da "anime del Purgatorio"per le quali Catherine aveva l'abitudine di pregare fin dalla giovinezza.

Catherine Daniélou morì il 4 novembre 1667 in odore di santità, secondo la formula in uso da secoli - prova che il clero aveva scorto in lei la presenza amorevole di Gesù, in questa vita contrastata a misura d'uomo. Tutti coloro che assistettero alla sua morte testimoniarono un incredibile cambiamento nel suo volto: "Una straordinaria sfumatura rossastra apparve sul suo viso e persistette fino alla sua sepoltura, che ebbe luogo solo cinque giorni dopo. Durante questo periodo, il suo viso era più bello che in vita..." (Julien Maunoir).

Prima di esalare l'ultimo respiro, il parroco di Mur (Côtes-d'Armor) volle avvisare padre Maunoir, che era in missione in un'altra città. Catherine gli disse che sarebbe arrivato, ma troppo tardi. Il beato arrivò effettivamente a Mur dopo che il suo corpo era stato sepolto.

Patrick Sbalchiero

Al di là delle ragioni per credere :

La vita di Catherine, così dura e banale in superficie, è stata costellata da lunghi periodi di gioia spirituale che sfuggono a ogni determinismo psicologico.

Andare oltre :

Louis Kerbiriou, "Missionnaires et mystiques en Basse-Bretagne au XVIIe siècle. Les mystiques: Catherine Daniélou et Marie-Amice Picard", Études, vol. 188, Parigi, 1926.

Per saperne di più :

Chanoine Peyron, Catherine Daniélou au pays de Vannes: d'après un manuscrit du père Maunoir, Vannes, 1906.
Histoire de Catherine Daniélou, morte en odeur de sainteté et inhumée dans l'église de Saint-Guen, au diocèse de Saint-Brieuc: d’après le R.P. Julien Maunoir, adapté et édité par l’abbé Perrot, R. Prud'homme, 1913.
Louis Kerbiriou, Les Missions bretonnes, Parigi, 1933.
Patrick Sbalchiero, "Quimper (France, Bretagne, Finistère)", in Dictionnaire des "apparitions" de la Vierge Marie, Paris, Fayard, 2007, p. 787.