Un vescovo vietnamita liberato dal carcere da Maria
Il 21 novembre 1988, il vescovo François-Xavier Nguyen Van Thuan, coadiutore di Saigon (Ho Chi Minh City), era in carcere da ormai tredici anni. Arrestato il 15 agosto 1975, vedeva in quella data la prova che la Beata Vergine non lo avrebbe mai abbandonato. Questa speranza, nonostante le condizioni di prigionia spesso terribili e l'isolamento quasi costante, lo ha fatto andare avanti. Era profondamente convinto di dovere la sua liberazione alla Madonna, che gli avrebbe dato prova del suo intervento. Nulla, tuttavia, gli offriva la speranza che sarebbe stato liberato presto, data la situazione del momento. Eppure...
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Motivi per credere :
- Mons. Van Thuan era considerato dal regime comunista "un prigioniero molto pericoloso": oltre a essere il nipote dell'ex presidente del Vietnam del Sud, Diem, nemico inconciliabile del comunismo, era anche una figura carismatica e leader della Chiesa vietnamita. Unendo attorno a sé la resistenza al regime, avrebbe potuto diventare formidabile come Lech Walesa in Polonia. Solo questo giustificava il suo mantenimento in carcere.
- Aveva anche un valore diplomatico per le sue relazioni nel mondo occidentale e con il Vaticano. Era quindi un ostaggio la cui sicurezza e le cui migliori condizioni di vita erano preziose per il Vietnam, isolato sulla scena internazionale. Sarebbe stato usato il più a lungo possibile.
- Nonostante le ripetute pressioni e i maltrattamenti, Van Thuan non ha mai ammesso le accuse poco plausibili che gli erano state rivolte, e questo fallimento della polizia politica gli era valso l'odio dei funzionari, che lo avrebbero voluto vedere morto e non lo avrebbero rilasciato per nulla al mondo.
- Preoccupato per la destabilizzazione dell'URSS provocata da Gorbaciov e reduce da un conflitto con la Cina, il regime, per non ammettere la propria fragilità, aveva optato per una più dura repressione dei cattolici. Non c'era quindi nulla che facesse pensare a un improvviso cambio di rotta nei confronti del prigioniero.
- Il suo rilascio sarebbe equivalso a "perdere la faccia", cosa impossibile nella mentalità asiatica, mentre il Governo prendeva come una provocazione la recente beatificazione dei martiri del Vietnam.
L'arcivescovo, che era stato beneficiario di un miracolo quando, giovane sacerdote condannato dalle autorità mediche, era stato immediatamente guarito dalla tubercolosi che stava per ucciderlo, nutriva una fiducia totale nell'intervento di Maria, alla quale rivolgeva questa preghiera in ogni sua festa:"Madre, se in carcere sono utile alla Chiesa, fammi la grazia e l'onore di lasciarmi morire lì, ma se ritieni che possa ancora servirla in altro modo, lascia che i miei carcerieri mi liberino". Era certo che, se fosse stato liberato, ciò sarebbe avvenuto nel giorno di una festa mariana.
- Per tutte queste ragioni, non c'è stata una spiegazione razionale alla decisione di liberare mons. Van Thuan il 21 novembre 1988, ma vale la pena notare che si trattava di una festa mariana: la Presentazione di Maria al Tempio.
Sintesi :
François-Xavier Nguyen Van Thuan era nato a Hué il 27 aprile 1928 in una famiglia di mandarini cattolici che aveva avuto un ruolo decisivo nell'indipendenza del Vietnam. Ordinato sacerdote nel giugno del 1953, poco dopo era stato miracolosamente guarito dalla tubercolosi, che gli lasciava poche speranze di sopravvivenza e, se non fosse morto, lo avrebbe condannato a una vita di infermità.
Durante un pellegrinaggio a Lourdes, ebbe la premonizione che, come molti suoi antenati, stava per affrontare grandi prove e persino il martirio, e lo accettò. Notato dal Vaticano, fu nominato vescovo di Nha Trang nel 1967 e, pur dimostrando grandi capacità organizzative nel suo ruolo di pastore, attirò soprattutto l'attenzione dei comunisti, la cui vittoria sapeva essere inevitabile.
Dopo il crollo del Vietnam del Sud, nell'aprile del 1975, Paolo VI lo nominò coadiutore dell'arcivescovo di Saigon: una scelta che le autorità giudicarono inaccettabile e che portò al suo arresto il 15 agosto. Seguirono tredici anni di prigionia, durante i quali mons. Van Thuan fu trasferito da una prigione o da un campo all'altro, talvolta in totale isolamento e sottoposto a privazioni sensoriali paragonabili alla tortura. Drogato, resistette, sostenuto dalla sua fede e dalle parole di Cristo, che gli indicarono la strada per trasformare quell'incubo in una grazia per la Chiesa e per se stesso.
Il 21 novembre 1988, all'improvviso, Van Thuan venne portato dal Ministro degli Interni, che ne ordinò l'immediata liberazione, tra lo stupore di chi lo circondava. Venne tuttavia tenuto sotto sorveglianza, cosa che alla fine convinse Giovanni Paolo II, preoccupato per la vita del suo vescovo, a chiamarlo a Roma. Interdetto dall'ingresso in Vietnam, Van Thuan è stato poi nominato vicepresidente e poi presidente del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Nel 2001 è stato creato cardinale, ma non ha goduto a lungo di questa dignità: è morto di cancro a Roma il 16 settembre 2002, poiché la sua salute era compromessa dalla prigionia. Ora è venerabile.
Esperta di storia della Chiesa, postulatrice di una causa di beatificazione e giornalista per diversi media cattolici, Anne Bernet è autrice di oltre quaranta libri, la maggior parte dei quali dedicati alla santità.
Andare oltre :
Mons. François-Xavier Nguyen Van Thuan, J'ai suivi Jésus, Médiaspaul, 1998.